Il ruolo delle madri lavoratrici nell’albergheria-ristorazione

Abbiamo incontrato Amanda Wassmer-Bulgin, del ristorante Memories, e ne abbiamo approfittato per parlare di lavoro a tempo parziale, conciliabilità tra famiglia e vita professionale, nuova ripartizione dei ruoli, ma anche del cambiamento strutturale necessario da tempo nel settore.

Nicole Steffen, GastroJournal

Chi sono le «working mum» dell’albergheria-ristorazione? Le gerenti di un ristorante, le cameriere, le cuoche, le sommelière e le direttrici d’albergo? Le superdonne che riescono a giostrare tra lavoro e famiglia? Le donne che, oltre a crescere i figli e organizzare la vita familiare, dirigono un albergo o un ristorante?

È difficile trovarle. Tra gli esempi più eloquenti vi è Amanda Wassmer-Bulgin. Trentanove anni, di origine inglese, sommelière, madre di due bambini di due e sei anni, moglie, direttrice vini e studente Master of Wine, livello 2, lavora al 40 per cento come direttrice vini al Grand Resort Bad Ragaz nel Canton San Gallo.

Servizio della prima colazione, nient’altro

Spesso, quando diventano madri, le donne con una lunga esperienza nell’albergheria-ristorazione si vedono «relegate» al servizio della prima colazione, ci spiega Amanda. Ciò è dovuto principalmente alla scarsa offerta di strutture di accoglienza per l’infanzia e al lavoro a turni nel settore. La maggior parte delle donne che vogliono prestare servizio serale non sanno a chi lasciare i figli. Gli asili nido chiudono al più tardi alle 19:00 e la mattina bisogna portare i bambini tra le 7:00 e le 8:00. Non sempre si trova una soluzione all’interno della famiglia e in pochi possono permettersi una nanny. Cosa si dovrebbe cambiare per permettere a chi ha figli di lavorare nell’albergheria-ristorazione?

Secondo Amanda Wassmer-Bulgin, una soluzione potrebbe essere un asilo nido interno che oltre ai bambini degli ospiti dell’albergo possa accogliere sporadicamente anche i figli delle collaboratrici e dei collaboratori. Anche i buoni di custodia o i contributi finanziari sarebbero interessanti come fringe benefit per migliorare le condizioni di lavoro. Le idee non mancano certo alla nostra interlocutrice.

Tempo parziale come condizione

Dopo la nascita del primo figlio, Amanda Wassmer-Bulgin è rimasta a casa un anno, dopodiché ha ripreso a lavorare al 40 per cento come direttrice vini. «A dire il vero avevo previsto di fermarmi solo sei mesi», dice con un sorriso. «Ma ben presto ho capito che era troppo poco sia per me, sia per mio figlio».

Si rende conto di essere privilegiata, non tutte le madri possono permettersi una pausa di un anno. Al suo datore di lavoro ha detto chiaramente fin dall’inizio a quali condizioni lei e suo marito si sarebbero trasferiti a Bad Ragaz. Una di queste era un tasso di occupazione al 40 per cento. Infatti l’impiego di wine director lo condivide con Daniel Kis, suo coetaneo. Lui lavora a tempo pieno ed è responsabile dei ristoranti Namun, Zollstube e Olives d’Or. Amanda invece lavora principalmente al Memories e al Verve by Sven. Oltre ai compiti fissi, anche le responsabilità sono chiaramente definite.

Amanda Wassmer-Bulgin si occupa principalmente di compiti strategici come la definizione della strategia di acquisto, la formazione (continua) del personale e l’acquisto di nuovi prodotti. Il suo collega si dedica invece a compiti operativi, tra cui rientrano la carta dei vini, gli standard di servizio, i banchetti, l’inventario e il briefing del personale sul posto.

Oltre a loro due, nel team ci sono quattro sommelier per tutti i ristoranti del resort. «Nella struttura deve esserci sempre almeno un sommelier», ci spiega Amanda. Una volta alla settimana lei e Daniel Kis organizzano una riunione per coordinarsi e ogni due settimane l’intero team si incontra per aggiornarsi. Il giovedì e il venerdì Amanda Wassmer-Bulgin lavora dalle 9:00 alle 16:00. Il lavoro che non riesce a smaltire in questi due giorni lo completa quasi sempre il martedì, che è il giorno di riposo dell’albergo.

Daniel Kis è presente per gli ospiti e il team da giovedì a domenica sera. Gli altri giorni Amanda fa la mamma, studia, dà lezioni e si gode i pochi momenti che riesce a trascorrere in compagnia del marito. «La settimana di quattro giorni ha facilitato molto l’organizzazione della vita familiare», dice con un sorriso.

Organizzazione della vita familiare

La mattina il cuoco tristellato Sven Wassmer porta i bambini a scuola e all’asilo nido, la sera lei li mette a letto. Il piccolo va all’asilo nido il giovedì e il venerdì, il grande va già a scuola, il che complica ancora di più l’organizzazione. Entrambi i genitori piazzano eventuali altri impegni possibilmente il martedì, in modo da non dover sacrificare i pochi e preziosi momenti di vita familiare.

Secondo Amanda Wassmer-Bulgin, conciliare lavoro e famiglia è tuttora difficile nell’albergheria-ristorazione. Poco prima della nascita del secondo figlio aveva pensato di organizzare un evento chiedendo a donne attive professionalmente in altri settori di spiegare come rendere il lavoro compatibile con gli impegni familiari. Come fonte di ispirazione per il suo settore.

Una politica del personale favorevole alle famiglie

Con riguardo soprattutto alla carenza di forza lavoro qualificata, Amanda ritiene che sia nell’interesse di tutti promuovere una politica del personale favorevole alle famiglie, in modo da permettere alle donne con una buona formazione e una solida esperienza di rimanere attive professionalmente anche dopo la nascita di un figlio. Nell’albergheria-ristorazione sarebbe inoltre ora di cambiare mentalità. Ai problemi menzionati, primo fra tutti quello della penuria di personale, si aggiungono elevati tassi di fluttuazione, molte assenze per malattia e un’immagine negativa dell’intero settore.

Per tutti questi motivi, Amanda Wassmer-Bulgin è favorevole a un ripensamento generale dei ruoli e delle responsabilità. Considerato inoltre che molti processi peccano di logica ed efficacia, ma rimangono tali ‘perché si è sempre fatto così’, Amanda raccomanda a tutti coloro che volessero cambiare qualcosa di farlo in modo radicale. E spiega l’importanza di ripensare i ruoli e la ripartizione delle responsabilità.

«Al ristorante Memories abbiamo ripartito le responsabilità e i compiti tenendo conto dei punti di forza e degli interessi di ogni persona. Oltre a rendere il lavoro quotidiano più variato, questa strategia promuove un alto grado di identificazione con l’azienda, che si traduce in un maggiore senso di responsabilità rispetto al prodotto finale». Le collaboratrici e i collaboratori soddisfatti lavorano meglio, con ricadute positive sulla qualità del servizio e sulla reputazione del ristorante.

Argomento a sostegno delle mamme lavoratrici

Una donna, sommelière, direttrice vini e due volte madre che con passione, mettendo a frutto la sua esperienza e il suo vasto know-how, segue le sue visioni. Il suo argomento a sostegno delle madri lavoratrici nell’albergheria-ristorazione? Per essere leader, oggi, bisogna dar prova di molto tatto ed empatia, due qualità che contraddistinguono tutte le mamme e tutti i papà. «All’inizio tuo figlio non parla, ma tu devi capire di cosa ha bisogno», spiega. «Lo stesso vale nei contatti con i clienti e i dipendenti». Le madri hanno inoltre spiccate doti di multitasking, sanno pianificare il tempo e le risorse con rapidità ed efficacia. Anche queste competenze sono preziose per un’azienda. Se cercate padri e madri qualificati con una lunga esperienza nella ristorazione o nell’albergheria, recatevi quindi nel parco giochi più vicino. Chissà, forse vi troverete una nuova direttrice per il vostro ristorante e la assumerete a tempo parziale.

Fonte: GastroJournal

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